LA GENESI DE “MARTINO E LA GARA SPORTIVA"

N.B. I meccanismi psicologici qui sotto descritti NON DEVONO essere rivelati ai bambini.

"Agonismo"


“Martino e la gara sportiva" è un fumetto. Nel senso che, come per il precedente, non può essere definito una storia illustrata, in quanto sono le didascalie sottostanti che illustrano i disegni e non viceversa. Quindi, come vedremo più avanti, è stato fatto un accurato lavoro di sceneggiatura per sezionare il racconto in “scene”. Infatti, le didascalie non esprimono lo svolgimento narrativo della storia, ma si limitano a descrivere la scena.
Questa storia descrive come i nostri consueti protagonisti, essendo stati sollecitati dalla visione di una gara sportiva, decidano di confrontarsi nelle loro abilità ginniche, e come l'aspetto agonistico di questo confronto possa educarli nello sviluppo affettivo. Ed è proprio su questo tema che ci soffermeremo a descrivere la genesi della storia, poiché ne rappresenta la chiave di lettura. Quindi, dobbiamo innanzitutto chiarire che l’agonismo non costituisce, di per sé, un valore per lo sviluppo affettivo del fanciullo. Anzi, che ne rappresenta un ostacolo. Ma anche come, invece, esso possa piuttosto esprimere un’opportunità educativa per il suddetto sviluppo. Infatti, dobbiamo considerare l’enunciato che il desiderio di farsi valere e di primeggiare sia del tutto naturale, innato e costantemente spontaneo, nella vita dell'uomo, in quanto il bisogno di assumere un ruolo all’interno della società ci spinge al confronto e alla scelta di un ruolo a noi idoneo, ovvero sufficiente a consentire che la nostra vita abbia un senso. Da questo punto di vista, il confronto, alla cui base vi è l’agonismo, risulta essere perfettamente lecito. Ma, se insegnassimo a un bambino ad avere un approccio esclusivamente competitivo con la vita, saremmo decisamente sconsiderati, in quanto egli baserebbe la sua autostima solamente sul risultato, con la conseguenza che nella migliore delle ipotesi diventerebbe un prevaricatore, magari anche violento, o nella peggiore un individuo insicuro e represso caratterialmente. In ogni caso, sarebbe un debole che invece di aver forgiato la propria personalità sull’esperienza autoriferita, avrebbe coltivato esclusivamente l’aspetto sociale e relazionale della vita. In pratica, come abbiamo esemplificato in questa favola, il confronto diventa un momento per imparare a superare i propri limiti e non quelli degli altri, indipendentemente dal risultato. Ovvero, il confronto come mezzo propedeutico all’elaborazione dell’esperienza personale, assai più complessa e anche formativa. Tanto che spesso questa si rivela vincente nella competizione stessa, chiudendone il cerchio, come abbiamo voluto letteralmente rappresentare nella nostra storia. In quanto, usando questa leva a guisa di rinforzo, se il messaggio letterale è quello che per essere vincenti bisogna imparare a superare i propri limiti, quello sotteso e più pervasivo rimane comunque lo spostamento dell’attenzione verso l’esperienza anziché sul risultato. Questa importante lezione, prima ancora che dalla moderna psicologia, giunge a noi fin dagli antichi greci i quali, nella loro statuaria classica, rappresentavano spesso gesti atletici, sottolineando proprio questo concetto. Opere come il Discobolo di Mirone o il Poseidone di capo Artemisio, raffigurando l’azione nella sua imminenza, ne evocano il suo aspetto più interiore. Infatti, questi artisti, attraverso l’espediente dell’intenzione nel movimento, ci rendono esattamente il concetto appena esposto, ovvero come ogni azione riguardi primariamente chi la compie e non il suo effetto, e come questa si riverberi nello spazio circostante in un movimento che parte sempre dalla figura, estendendo così il concetto anche a ogni altra forma d’intraprendenza. In ultima analisi, dal punto di vista pedagogico, il tema dell’agonismo rappresenta la metafora dell’educazione stessa che, attraverso il processo formativo, conduce alla consapevolezza di sé.
Il soggetto di questa storia è così strutturato:
Prologo. La gatta Martina propone ai suoi amici di andare a vedere alcuni parchi della loro città.
Antefatto. Ma, durante questa loro visita, essi s’imbattono nello svolgimento di una importante gara sportiva, e rimangono costretti ad aspettarne il termine, prima di poter tornare a casa.
Fatto. Il giorno seguente, Martino e i suoi amici, ancora entusiasmati dallo spettacolo appena visto, decidono di emulare gli atleti della gara mettendo a confronto le loro abilità ginniche. In un primo tempo, il possente Nerino sembra superare i suoi amici in ogni prova. Ma Martino, ben presto imitato anche da Martina, distogliendosi nell’attendere al risultato dei suoi amici, per non subirne la soggezione, inaspettatamente supera Nerino, subito seguito da Martina che batterà entrambi.
Epilogo. Nerino, da sempre considerato il più forte, chiede spiegazioni ai suoi amici, i quali gli rispondono che, in ogni competizione, l’importante è superare se stessi. 
Come già accennato, il soggetto è stato sezionato in scene che sono appunto la risultanza di un percorso narrativo scandito dalle immagini. A tale scopo, le azioni repentine sono state dilatate con la ripetizione di più scene, mentre le digressioni narrative sono state economizzate, concentrando in una sola scena l'avanzamento della storia. A questo punto sono stati scritti i testi. 
Quindi dalle scene scritte, si è passati alla realizzazione di “bozzetti” per cominciare ad immaginare visivamente le scene.
Per il disegno, come nel fumetto precedente, ci siamo trovati di fronte ad un dilemma. Scegliere un tratto stilizzato o realistico. Quello realistico non si addice ad una storia per bambini, poiché essi si esprimono nell'ambito del gioco e non nella realtà. Invece, quello stilizzato non ci consente di tratteggiare lo sfondo, indispensabile allo svolgimento della nostra storia (Lo sfondo stilizzato è ad esempio quello di Topolino che ovviamente è surreale). Quindi, abbiamo deciso di scegliere un tratto che rappresentasse un compromesso. Un disegno realistico, ma come se fosse fatto da un bambino, stentato e con l'anatomia appena accennata.
Per la colorazione, sempre per dare l’impressione che non fosse troppo realista, ci siamo avvalsi dell’uso del computer.
Infine, abbiamo aggiunto le didascalie e salvato i file in modo da stamparli fronte-retro. Le vignette vengono tagliate e rilegate a mano.

 

ANNO MMXVII